Pedagogia
LA
PROPOSTA DI JEAN-JACQUS ROUSSEAU
L'educazione
naturale
Vita
e opere
Nato
a Ginevra nel 1712, rimase orfano di madre, morta in seguito alle
complicazioni del parto, e perse ben presto anche il padre, un ferreo
calvinista dal carattere rissoso, costretto a lasciare Ginevra per
una lite a causa della quale stava per essere arrestato, Proseguì
agli studi in maniera tutt'altro lineare, interessandosi di musica
più che di filosofia e di letterature classiche, e lavorando come
apprendista presso un cancelliere e poi alle dipendenze di un
incisore.
Rousseau
fu autore di opere d contenuto assai eterogeneo, da testi teatrali a
trattati politici, come il Discorso sull'origine e i fondamenti
dell'ineguaglianza fra gli uomini e Il contratto sociale. Ha scritto
anche Giulia o la nuova Eloisa, le Confessioni e le Fantasticherie di
un passeggiatore solitario, redatte in gran parte nel rifugio di
Ermenoville e uscite anch'esse postume. Morì nel 1778.
Lo
stato di natura
Il
significato del concetto di "natura" nel pensiero del
filosofo: é alla basa dell'educazione e viene presentato in forte
controtendenza rispetto al suo tempo. Si tratta di una pura ipotesi
intellettuale che rinvia a un presunto stato originario dell'uomo
visto come essere autonomo, destinato a uno sviluppo regolato da
leggi inviolabili e fornito di una ricchezza originaria oscurata
dall'evoluzione storica.
Emilio:
il primo libro
L'Emilio
é un romanzo pedagogico nel qual viene presentata l'educazione di un
immaginario fanciullo, per l'appunto Emilio, dalla nascita fino
all'età adulta. Esso é articolato in cinque libri.
Nel
primo libro Rousseau apre la sua degenerazione nei rapporti sociali;
la seconda sottolinea l'importanza dell'educazione: tutto ciò che
acquisiamo dopo la nascita ci viene dall'educazione. Rousseau ritiene
fondamentali le cure educative della madre, cui rispetta il primo
allevamento del figlio e cui ruolo é essenziale per assicurare il
felice sviluppo del piccolo. L'invito alle madri a essere sollecite e
premurose e ad accompagnare l'apprendimento del linguaggio mediante
il riferimento a oggetti concreti é unito alla critica ad alcune
consuetudini. Il ruolo educativo della madre si esaurirà tuttavia in
poco tempo es Emilio sarà affidato alle cure di un precettore.
Emilio:
il secondo libro
Il
secondo libro ci presenta la fanciullezza di Emilio, che cresce
all'aria aperta, impara dalle esperienze dirette nelle quali di volta
in volta si trova e che il precettore abilmente organizza. In questa
fase l'educazione altro non é che rispetto delle leggi della natura.
Lo scopo di questo momento
evolutivo
é quello di renderlo sano, vigoroso e pronto, almeno potenzialmente,
ad apprendere da sé, anche se il piano esercizio dell'autonomista é
caratteristico dell'età successiva.
Emilio:
il terzo libro
Con
il terzo libro Rousseau descrive l'età utile, cioè un periodo
dell'esistenza umana connotato dal passaggio dall'apprendimento
attraverso i sensi all'apprendimento intellettuale vero e proprio. Il
precettore, sempre restando fedele al metodo negativo, dovrà saper
valorizzare la curiosità e l'interesse di Emilio attraverso
l'esplorazione dell'ambiente, evitando che si disperda e aiutandolo a
concentrarsi su quanto é essenziale. Lo scopo non é rendere
sapiente Emilio, bensì porlo nelle condizioni di trovare in se
stesso i mezzi per ampliare le conoscenze, evitando di affidarsi ad
altri se non quando é evidente la propria insufficienza.
Emilio:
il quarto libro
Il
quarto libro ci porta in quella che Rousseau definisce la seconda
nascita: L'uomo, in generale. non é fatto per restare sempre nella
fanciullezza. Ne esce nel tempo stabilito della natura. È questa la
seconda nascita di cui ho parlato, ora appunto l'uomo nasce veramente
alla vita e nulla di umano é più estraneo a lui.
L'introduzione
all'età adulta esige che si cambi metodo: non é più sufficiente
l'approccio indiretto per bene orientare Emilio. Le varie educazioni
(sessuale, morale, religiosa) impartite hanno in comune lo scopo di
annullare o, quanto o meno, contenere gli effetti dell'amor proprio e
di stimolare, invece, quelli dell'amore di sé. L'amore di sé
conduce all'istinto della pietà, l'amor proprio a quello
dell'invidia.
La
parte più nota del quarto libro é quella relativa alla professione
di fedele del vicario savoiardo, nella quale Rousseau presenta le sue
convinzioni in materia religiosa. Lui si oppone al radicalismo
scettico di molti philosophes. La seconda parte contiene la critica
alle religioni rivelate (o positive), considerate come causa di
conflitti tra gli uomini.
Emilio:
il quinto libro
Nel
quinto libro viene presentata la frutta moglie di Emilio, Sofia.
L’idea che Rousseau ha della donna é perfettamente in linea con
quella diffusa nella sua epoca. La qualità femminili sono
individuate nella bellezza graziosa, ma spirito religioso, nella
gaiezza, nell’amorevole cura della casa, del marito e degli figli.
Il ruolo caratteristiche che Rousseau attribuisce a Sofia evidenziano
la chiara superiorità dell’uomo rispetto alla donna, anche se
ritiene che tra i due vi sia una grande complementarità.
La
pedagogia dell’Emilio
Obiettivo
dell’opera era di dimostrare la necessità di abbandonare le
modalità educative tradizionali, che snaturavano l’uomo per farne
un individuo incapace di essere pienamente se stesso, al fine di
adottare, invece, una pedagogia rispettosa degli interessi e delle
abilità del bambino, oltre che in grado di valorizzare le risorse e
ascoltarne i bisogni.
Il
compito degli genitori e dei precettori era quello di educazione che
regolavano lo sviluppo di ogni essere umano: l’educazione della
natura, ovvero lo sviluppo del corpo e dei suoi organi; l’educazione
delle cose, cioè l’esperienza.
Consacrava
la prima parte del suo romanzo a illustrare le più moderne pratiche
igieniche e di puericultura. Una volta gratuito il benessere del
proprio discepolo, il philosophe si soffermava sul metodo per
educarlo e istruirlo. In qualità di seguace del sensismo, Rousseau
insisteva sull’importanza di basare ogni apprendimento,
specialmente nella prima infanzia, sulla pratica, in quanto
l’esperienza viene prima delle lezioni. In questa prospettiva, un
buon educatore mette il proprio allievo nella situazione di compiere
esperienze utili e positive per la sua crescita.
L’apporto
originale di Rousseau alla pedagogia
Il
primo riconoscimento é quello di avere reso chiare anche al grande
pubblico le trasformazioni che regolano lo sviluppo dell’essere
umano e le loro implicazioni educative,divulgando le teorie
sensistiche. Secondo tali teorie, tra la nascita e i due anni il
bambino vive uno stato di sensibilità indifferenziata, di poco
superiore a quella della vita prenatale. Nella fase successiva (2-12
anni) egli raggiunge un livello di sviluppo paragonabile a quello di
un uomo selvaggio. Il terzo periodo é quello della preadolescenza
(12-15 anni): il ragazzo é ormai vicino al completamento dello
sviluppo cognitivo e, come il romanzesco personaggio di Robinson
Crusoe, diviene autosufficiente.
La
sua conoscenza morale non é ancora del tutto sviluppata, a questa
fase segue quella cosiddetta “seconda nascita”, che va dai
quindici anni fino all'età del matrimonio, circa 25 anni.
Dell’intelletto si aggiungono quella estetica e quella etica, che
permettono il pieno sviluppo della morale e della virtù.
L’influenza
di Rousseau
Educazione
pubblica e privata
Per
educazione pubblica, nel Settecento, si intendeva l’istruzione che
i bambini ricevano in comune con altri coetanei all’interno di
scuole. A essa viene contrapposta l’educazione privata o
“domestica”, ovvero quella che si riceveva in famiglia per mezzo
di precettori.
Le
teorie politiche non furono l’unica ragione dell’esilio di
forzato di Rousseau da Parigi. Suscitarono scandalo anche le sue tesi
relative all’insegnamento della religione. Nell’Emilio, infatti,
egli si dichiarava convinto dell'inutilità dell’insegnamento di
ogni precetto morale che non fosse stato sperimentato empiricamente.
La
fine del sodalizio Stato-Chiesa nella gestione della scuola
La
condanna dei gesuiti
Le
vicende, per quanto gestite in forma strumentale e quasi del tutto
prive di fondamento, minarono la credibilità dei discepoli di
Ignazio e posero il problema di sostituirli nella gestione dei
colleghi che dirigevano da circa due secoli.
Nello
stesso tempo si aprì il dibattito, specialmente in Francia e in
Austria, sulla gestione dell’istruzione, fino ad allora affidata
alle congregazioni religiose. Si incrinò, così, il secolare
sodalizio Stato-Chiesa nella vita della scuola, che prevedeva che la
Chiesa formasse cittadini rispettosi delle leggi e preparati,
pensandoli prima di tutto come buoni cristiani.
rispettosi delle leggi e preparati,
pensandoli prima di tutto come buoni cristiani.
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