Psicologia/ Il gruppo
Il gruppo
Individui e gruppi
Ogni individuo, nella vita quotidiana, è immerso in una rete di relazione: è in contatto con altri e vive esperienze di gruppo.
Il sociologo Robert Merton definisce il gruppo come un insieme di individui che interagiscono secondo determinanti modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli membri.
Un gruppo sociale deve avere le seguenti caratteristiche:
-appartenenza
-identità
A queste tre caratteristiche altri psicologi aggiungono la condivisione di scopi comuni, di norme e di valori. Il gruppo viene distinto dal semplice aggregato, ovvero un insieme di individui che si trovano in uno stesso spazio fisico, e dalla categoria sociale, ovvero un insieme di persone con caratteristiche comuni, di solito evidenziate e fini statistici.
Leadership: La posizione di preminenza di un individuo, il leader, all'interno di un gruppo, che lo porta ad assumere una funzione di guida e punto di riferimento per il comportamento degli altri.
Cyberspazio: Spazio della realtà virtuale in cui le persone comunicano e interagiscono attraverso il computer.
Il gruppo più piccolo e la diade, costituita da due persone. La relazione tra i membri e stretta e intima, ma se uno dei due si allontana il gruppo non esiste più.
La triade e meno fragile della diade, ma all'interno del gruppo possono insorgere facilmente rivalità o conflittualità dovute alla coalizione di due membri.
Il sistema di status e il ruolo all'interno del gruppo
sistema di status si riferisce alla posizione che un individuo occupa all'interno di un gruppo e alla valutazione di quella posizione in una scala di valori.
Osservazione partecipante: Strategia di ricerca che prevede l'inserimento del ricercatore in un gruppo sociale preso nel suo ambiente naturale, instaurando un rapporto di interazione personale con i suoi membri allo scopo di descriverne il comportamento e comprenderne le motivazioni, mediante un processo di immedesimazione nei ruoli.
Lo status di ogni membro può comunque essere modificato se subentra una nuova persona all'interno del gruppo. La ristrutturazione del sistema di status si verifica anche nel caso in cui vengano introdotti nuovi scopi comuni all'interno del gruppo da parte di un membro. In questo caso si innescano dinamiche finalizzate alla ricerca di nuovi equilibri tra i componenti del gruppo.
Il ruolo e l'insieme di aspettative condivise circa il mondo in cui deve comportarsi una persona che occupa un certo status all'interno di un gruppo.
La suddivisione dei ruoli implica, inoltre, la divisione dei compiti, facilitando il raggiungimento degli obbiettivi comuni.
Nei gruppi possono anche insorgere conflitti dovuti alle modalità attraverso le quali si distribuiscono e si relazionano i diversi ruoli.
Le norme sono l'insieme delle aspettative condivise dal gruppo rispetto al mondo di comportarsi in quanto appartenenti al gruppo medesimo. Esse indicano le regole di comportamento, sia quando si sta con persone dello stesso gruppo sia quando si interagisce con un gruppo esterno.
Tuttavia l'individuazione delle norme serve anche a delimitare li spazio di libertà individuale all'interno del gruppo, il limite, cioè, oltre il quale la diversità di un comportamento può sfociare in devianza.
La comunicazione all'interno di un gruppo è fondamentale, in quanto favorisce lo scambio e il consolidamento di relazioni interpersonali. I processi comunicativi possono essere di diverso tipo:
-la comunicazione a ruota è centralizzata, cioè focalizzata sul leader
-la comunicazione a rete è decentrata, cioè diffusa tra tutti i membri
Il potere e la figura del leader
IL potere è la possibilità che un individuo ha di influenzare e controllare il comportamento altrui e si esprime in diverse forme:
-il potere di ricompensa, cioè la possibilità di attribuire gratificazioni materiali o simboliche
-il potere coercitivo, cioè la possibilità di imporre sanzioni e punizioni
-il potere legittimo, basato sulla condivisione da parte di un gruppo di determinanti valori e norme
-il potere di competenza, per cui un individuo o un gruppo riconoscono a una persona conoscenze specifiche in un determinato ambito; colui che esercita questa forma di potere deve infondere fiducia e dimostrare l’essere veritiero.
Il leader è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obiettivo comune. La leadership assolve due funzioni ben precise: quella socioemozionale, che riguarda il raggiungimento dell'armonia nella vita del gruppo, e quella relativa al compito, che consiste nell'organizzare al meglio il lavoro di un gruppo.
-La leadership autorità è caratterizzata da severità, spirito conservatore e incapacità di delega.
-La leadership democratica è caratterizzata da capacità di delega, sensibilità al clima di gruppo e capacità di responsabilizzazione dei componenti.
-La leadership permissiva è caratterizzata dall'abdicazione del leader al proprio ruolo, per lasciare all'iniziativa spontanea degli individui o del gruppo le scelte e le decisioni.
La coesione e la mentalità di gruppo
Quando si parla di interazione dei componenti di un gruppo, in realtà si riferisce al concetto di coesione, ovvero la tendenza del gruppo a sopravviver, mantenendo la sua composizione interna, attraverso il legame che unisce ogni membro e porta al sacrificio degli interessi individuali per favorire quelli collettivi. Si tende a mantenere un comportamento conforme per soddisfare il desiderio di consenso e approvazione. La coesione è determinata da diversi fattori.
Esiste un metodo per misurare il grado di coesione di un gruppo e l’eventuale formazione di sottogruppi. Questo metodo è stato introdotto nel 1943 dallo psicologo Jacob Levy Moreno e prende il nome di sociometria. Esso consiste nel chiedere a ogni membro di un gruppo di indicare chi preferisca tra gli individui del gruppo stesso; in seguito i risultati sono raccolti e ordinati in una rappresentazione grafica, detta sociogramma. L’atmosfera di gruppo incide sulla qualità della prestazione.
Il bisogno di consenso dei membri di un gruppo può originare conseguenze non totalmente positive: la mentalità di gruppo tende a distorcere i processi decisionali. Leon Festinger sostiene che è necessario, una volta entrati a far parte di un gruppo, rispettarne le regole interne per continuare ad appartenervi: le regole sono necessarie al raggiungimento degli obiettivi comuni. Secondo la teoria dell’impatto sociale formulata da Bibb Latanè, più il gruppo è ampio, forte e vicino dal punto di vista spaziale e temporale, più è possibile influenzare il deviante. L’ampiezza del gruppo può dar vita inoltre a un fenomeno detto inerzia sociale.
Nella sua teoria dell’identità sociale, Henri Tajfel analizza le relazioni tra i gruppi sociali collocandole su un continuum ai cui poli estremi rispettivamente si collocano:
·il comportamento interindividuali, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione e si confrontano sulla base delle caratteristiche personali,
·il comportamento intergruppo, caratterizzato dal fatto che le persone entrano in relazione in quanto appartenenti a determinate categorie sociali o gruppi.
Nelle relazioni quanto più una persona si pone in termini di comportamento intergruppo, tanto più sente di agire come membro di un gruppo ben definito. Quando viene usato il comportamento intergruppo, l’uniformità di comportamenti e pensieri con gli altri sarà maggiore. In questo caso, vi è la tendenza a minimizzare le diversità tra i membri del proprio gruppo, cioè il gruppo interno, e a massimizzare la contrapposizione e le diversità con i componenti del gruppo esterno, le differenze individuali vengono “cancellate”.
Il livello di autostima di un individuo è conseguenza del valore attribuito al gruppo a cui sente di appartenere. Secondo lo studioso l’identità sociale di un individuo ha origine dal suo senso di appartenenza a uno o più gruppi sociali. Il senso di appartenenza a una categoria, o gruppo, può variare nel tempo:
·se l’appartenenza arrecherà soddisfazione e autostima a ogni individuo, questi cercherà di rimanere membro di un gruppo;
·se invece un gruppo non migliora l’autostima di un individuo, questi tenderà ad abbandonarlo.
Se il membro di un gruppo utilizza soprattutto il comportamento intergruppo, l’uniformità di comportamenti e pensieri con gli altri sarà maggiore. In questo caso, vi è la tendenza a minimizzare le diversità tra i membri del proprio gruppo, cioè il gruppo interno, e a massimizzare la contrapposizione e le diversità con i componenti del gruppo esterno, come se le differenze individuali venissero cancellate.
Rimanere in un gruppo implica dunque la relazione e il confronto con altri gruppi per rielaborare i propri sistemi di riferimento, per rinforzare il senso di soddisfazione e migliorare gli aspetti che connotano la propria identità. Il bisogno di un’identità sociale positiva sviluppa competitività. I fattori che rendono un gruppo esterno un referente importante per il confronto sono:
·la percezione di similarità di competenze e atteggiamenti;
·la percezione di differenza di status;
·la percezione di differenza instabile.
Nel caso in cui il gruppo percepisce la propria superiorità come illegittima tenderà a produrre nuovi ambiti di prevalenza sull’altro gruppo. Nel caso in cui il gruppo percepisce la sua prevalenza come instabile tenderà ad accentuarla.
I gruppi nel cyberspazio
I gruppi virtuali sono composti da persone che interagiscono mediante reti telematiche o di telefonia sulla base di un interesse comune o di un medesimo approccio alla vita di relazione. Queste aggregazioni, che prendono la forma di comunità virtuali. Queste aggregazioni raccolgono membri di differenti culture, età, sesso e status sociale in piatteforme nel cyberspazio dedicate alla libera espressione di idee. Le piatteforme sono per esempio newsgroups, chat rooms e instant messaging come WhatsApp.
In generale si trova nei gruppi virtuali le stesse caratteristiche e dinamiche come nella realtà fisica. Però sono anche aspetti distintivi legate in particolare modo al linguaggio e all’identità. L’uso delle emoticon tenta di sopperire a questa mancanza anche se in maniera riduttiva e necessariamente stereotipata. Da un altro punto di vista, la velocità di comunicazione richiesta dalle piattaforme virtuali pone il problema dell’articolazione del linguaggio, stimolando l’uso di espressioni semplificate che rischiano di inibire l’espressione di pensieri più ricchi e complessi. Un aspetto importante della vita di relazione virtuale è la diffusione dell’anonimato sotto forma di pseudonimi e nickname. Il fenomeno del cyberbullismo si avvale di questa possibilità di anonimato. Però l’anonimato può assumere anche aspetti positivi di facilitazione dell’interazione sociale.
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