Pedagogia/ le scuole di Dottrina Cristiana
Le scuole di Dottrina Cristiana
Castellino da Castello (1476 ca. -1566) fu un prete comasco che decide di combattere l’ignoranza della gioventù povera e apriva per questo le porte della chiesa milanese dei SS.Giacomo e Filippo ai fanciulli che oziavano per strada. Per convincere i ragazzi davano a loro delle mele e promettendone altre se fosse tornati in chiesa a imparare le preghiere.
Castellino mirò ad un piano educativo-religioso e fondò a Milano la Scuola di Dottrina Cristiana. Ai ragazzi venivano insegnate principalmente le preghiere e le buone maniere.
Il modello milanese si diffuse principalmente nel Nord Italia, mentre nel resto della penisola si praticava il modello romano, basato principalmente sul catechismo.
Il priore (docenti) dirigeva la scuola e insegnava la dottrina cristiana insieme a tre sottopriori. Due dei sottopriori insegnavano a leggere e a scrivere e il terzo (“silenziere”) controllava che si mantenesse il silenzio. Il “portinaro” controllava chi entrava e chi usciva. Il “Cancelliere” teneva in ordine i registri e le carte. I “confessori” confessavano i bambini; i “pescatori” andavano per strada a raccogliere i fanciulli restii e a convincere i genitori a mandare i figli alla scuola e i “visitatori” visitavano le scuole e ne controllavano l’andamento e la disciplina, riferendo al priore generale.
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Giuseppe Calasanzio e le Scuole Pie
Giuseppe Calasanzio fu un sacerdote che si concentrò sull’educazione dei poveri e fondò Le Scuole Pie. Nel 1597 aprí una scuola in due piccole stanze della chiesa di Santa Dorotea in Trastevere. Nel 1614 erano giá 1315 scolari.Giuseppe Calasanzio pensava che l’educazione dei poveri era la sua missione e fondò nel 1617 l’Ordine dei chierici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie. Il percorso di insegnamento era diviso in due livelli di quattro anni ciascuno. Veniva insegnato principalmente a leggere, a scrivere e a far di conto. Nelle Scuole Pie si imparava a leggere e a scrivere in lingua volgare. I testi su cui i bambini imparavano a leggere erano di carattere religioso. Le preghiere in latino si imparavano a memoria, ma comprendendone il significato. Inoltre si dava molta importanza al catechismo e si insegnavano le buone maniere.
L’opera di Silvio Antoniano
Antoniano naque a Roma nel 1540. Il trattato che presenta in modo completo la riflessione pedagogica sull’educazione propria della riforma cattolica postridentina fu scritto da lui.
Secondo Silvio Antoniano, i bambini erano tendenti al male e lui stesso scrisse un’opera su come educare i figli ad essere buoni cristiani. Antoniano diceva che i bambini dovevano essere educati tramite pratiche di vita adulte e ricorrendo a metodi severi. Antoniano riteneva necessaria un’educazione differenziata secondo il genere. Alle ragazze occorreva insegnare di meno in quanto considerate deboli per natura, intellettualmente inferiori e inclini al peccato.
Angela Merici e le suore orsoline
Angela Merici (1474-1540), francescana, si dedicò all’istruzione ed educazione delle fanciulle, fondando la Compagnia delle dimesse di sant’Orsola. Il modello pedagogico di Merici era amorevole e richiamava alla dolcezza. Le orsoline accrebbero l’opportunità di istruzione delle giovani. L’educazione femminile in generale si basava sull’educazione morale e sull’obbedienza.
Le ragazze nobili venivano educate nei monasteri e ne uscivano il più delle volte per maritarsi. Nei monasteri ci si dedicava all’istruzione e all’educazione religiosa.
Le fanciulle più povere su istruivano invece nelle scuole gratuite femminili dove venivano insegnato la lettura, il catechismo e i lavori femminili.
Per le fanciulle orfrane esistevano gli orfanotrofi dove apprendevano i lavori femminili, la preghiera e il catechismo.
„Sentimento dell’infanzia“ e disciplinamento sociale
Si può riassumere intorno a quattro principali concetti:
- la scuola postridentina recupera soprattutto i contenuti classici
- prevale una concezione dell’infanzia alquanto negativa
- l’educazione del popolo
- la realtà femminile resta subalterna a quella maschile
Si iniziò a parlare di “sentimento dell’infanzia”, ossia una considerazione del bambino come un soggetto dotato di significato proprio, rilevante sul piano della vita comuntaria e dell'immaginario cilturale. Questo tipo di sentimento nasce con l’attenzione e la sollecitudine verso l’infanzia e non si instaura solamente nelle famiglie ma anche nella società. Attraverso regole precise e istituzioni, vennero disciplinati il corpo, il linguaggio, i rapporti sociali. Ariès spiega in un’ampia documentazione che il “sentimento dell’infanzia” è espressione di un cambiamento dalle radici profonde che affondano nella trasformazione della famiglia in età moderna.
La nuova sensibilità verso l’infanzia e l’esigenza di disciplinare i comportamenti sociali a partire dalla più tenera età produssero sul piano pedagogico una duplice conseguenza:
- regole ben precise e collaudate che scandivano la vita infantile in modo dettagliato e nulla lasciavano all’iniziativa del bambino o del fanciullo
- studi e riflessioni cominciarono a concepire l’infanzia come un’età da curare, amare e valorizzare, non solo da reprimere
L’infanzia venne considerata quindi un’età da curare, amare e valorizzare.
La famiglia divenne il soggetto educativo per il bambino, ma non tutte le famiglie avevano le stesse disponibilità. Per questo motivo vennero affiancate da piccole scuole che dividevano l’itinerario educativo e scolastico per ciascuna tipologia di famiglia. Oltre ai bambini, anche gli adulti dovevano apprendere almeno la lettura. L’apprendimento in generale si basava sulla lettura, la scrittura e fare di conto.
Lo scopo delle “scuole di carità” era di imparare almeno a leggere. In queste scuole si impara prima a leggere, poi a scrivere e dopo a conteggiare, però la maggior parte si fermava al primo stadio.
Jean-Baptiste de La Salle e la Conduite des écoles chrétiennes
Jean-Baptiste de La Salle(1651-1719) fondò la congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane e promosse un’istruzione popolare. Lui organizzava una scuola popolare non precaria, lo scopo era promuovere l’istruzione popolare. Nel 1686 costituì con dodici compagni il nucleo iniziale della congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Un processo lungo tre secoli
In questo brano l'autore si sofferma sull'evoluzione del concetto di infanzia, traccianda le differenze tra Medioevo es etá moderna.
Nella società medievale il sentimento dell’infanzia non esisteva. Il sentimento dell’infanzia non si identifica con l’affezione per l’infanzia. Appena il bambino poteva vivere senza le cure costanti della madre, della nutrice o della bambinaia, apparteneva alla società degli adulti.
Il primo sentimento dell’infanzia compare nell’ambito familiare, nella compagnia dei bambini. A partire dal XVI–XVII secolo iniziavano a giocare con i bambini e in un secondo momento questo sentimento avrà le sue fonti al di fuori della famiglia. Però tanti pensavano che i bambini erano fragili creature di Dio, da proteggere e rendere saggi e non di giocare con loro. Questo sentimento penetrò in seguito nella vita di famiglia, affiancandosi, nel Settecento, alla cura dell’igiene e della salute fisica.
Il primo sentimento dell’infanzia compare nell’ambito familiare, nella compagnia dei bambini. A partire dal XVI–XVII secolo iniziavano a giocare con i bambini e in un secondo momento questo sentimento avrà le sue fonti al di fuori della famiglia. Però tanti pensavano che i bambini erano fragili creature di Dio, da proteggere e rendere saggi e non di giocare con loro. Questo sentimento penetrò in seguito nella vita di famiglia, affiancandosi, nel Settecento, alla cura dell’igiene e della salute fisica.
Tra Seicento e Settecento cresce l'attenzione nei confronti dell'infanzia, ma le condizioni dei bambini del popolo sono ben diverse da quelle dei membri delle famiglie borghesi e aristocratice:
mentre nelle famiglie altolocate l'educazione viene spesso curata da un precettore, in quelle contadine i bambini si limitano, quando va bene, a frequentare le scuole perrocchiali.
Jean-Baptiste de La Salle e la Conduite des écoles chrétiennes
Jean-Baptiste de La Salle(1651-1719) fondò la congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane e promosse un’istruzione popolare. Lui organizzava una scuola popolare non precaria, lo scopo era promuovere l’istruzione popolare. Nel 1686 costituì con dodici compagni il nucleo iniziale della congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Nella sua pedagogia distingueva la motivazione religiosa e la competenza didattica. Le “piccole scuole” di La Salle si basavano su l’organizzazione scolastica, la gradualità negli apprendimenti, l’educazione morale e la formazione dei maestri. Tale educazione fu presentata nella conduite des ecoles chretiennes, documento paragonabile alla ratio studiorum. I locali, le preghiere, l’insegnamento erano organizzati secondo caratteristiche specifiche. L’insegnamento era simultaneo. Fondamentale era la regola del silenzioso, anche il maestro doveva parlare a bassa voce.
L’insegnamento era diviso in due livelli e nel primo si imparava a leggere, scrivere e far di conto. In generale, il modello educativo di de La Salle aderiva a regole del disciplinamento sociale.
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