Antropologia/ geni, lingue e culture


Geni, lingue e culture


Una grande varietà di aspetti, lingue e culture

Ancora oggi la varietà che caratterizza l’umanità è molto grande e questo si vede a più livelli. Fisicamente si differenziano gli individui per la statura, il colore della pelle e degli occhi, la forma degli occhi, il colore dei capelli e i tratti del volto. Sul piano linguistico ci sono oggi almeno cinquemila lingue parlate. Inoltre esiste sul piano culturale una grande varietà di comportamenti e idee. Però ci sono anche elementi di forte unità. Georges-Louis Leclerc de Buffon nell' Ottocento stabilisce che i gruppi umani fanno tutti parte di un’unica specie. Successivamente altri antropologi hanno detto che tutti i gruppi umani sono capaci di produrre cultura ed i linguisti hanno concluso che le lingue hanno delle enormi differenze, strutture interne ugualmente complesse.

AltamiraBison.jpgLe analisi sul codice genetico o DNA, e i suoi componenti di base, i geni, sono gli unici tipi di analisi che possono dire qualcosa di scientificamente valido sulle differenze tra i gruppi umani. La ricerca genetica è la scienza che studia i geni, ovvero le "informazioni" che sono alla base dello sviluppo del nostro organismo. 
Le origini dell’uomo “anatomicamente moderno”, l'Homo sapiens sapiens non risalgono a un’epoca anteriore ai 50.000-100.000 anni fa. Tuttavia la conquista decisiva di questo nostro progenitore è senza dubbio il linguaggio articolato come quello attuale. Inoltre in Altamira, Spagna e a Lascaux in Francia, ci sono le prime testimonianze artistiche, prove ulteriori del suo stadio mentalmente evoluto.





Inoltre si può vedere sul piano genetico che due individui ritenuti normalmente appartenenti allo stesso gruppo presentano differenze genetiche statisticamente 6/7 volte superiori a quelle rilevabili tra due individui scelti a caso tra tutte le popolazioni del pianeta. 
Il termine "razza" non può dunque essere utilizzato per l’essere umano. L'idea di creare una razza superiore era solo il sogno di alcuni scienziati nazisti tra il 1930 e il 1945. Non è possibile parlare di razze umane come nel caso degli animali.

Hanno provato a classificare l’umanità in razze ma i criteri utilizzati per tali classificazioni, basati soprattutto sull'aspetto fisico, sono scientificamente infondati. Nel caso degli esseri umani, dunque, la “razza” è solo una costruzione culturale. Il termine "razza" è il prodotto di giudizi diffusi e accettati, ma privi di valore e di fondamento, legati a diffidenza, pregiudizio, etnocentrismo e forme di xenofobia. 


Bildergebnis für menschen die sprechenLa specificità del linguaggio umano  

Grazie alla comunicazione la cultura vive e esiste. La comunicazione può essere sonora o visiva, però si deve capire. Se le parole e le immagini non sono comprensibili vengono ignorate o male interpretate. Il concetto di universalità semantica è riassumibile nel fatto che tutte le lingue sono in grado di produrre diverse informazioni. Questa capacità manca ai linguaggi animali.

La produttività infinita è un’altra caratteristica del linguaggio umano e anche ciò manca agli animali: la capacità di utilizzare parole e significati più conosciuti per crearne continuamente di nuovi. Il nostro linguaggio possiede la caratteristica di collocare ciò di cui si parla nel tempo e nello spazio, cosa che i linguaggi animali non fanno. 


Le famiglie linguistiche 

L’idea di famiglia linguistica ha l’origine da William Jones che notó notevoli somiglianze tra il sanscrito, da una parte, e il latino, il greco antico, il celtico e il tedesco arcaico, dall’altra. Questo gruppo di lingue “morte” divenne noto come “famiglia indoeuropea”.

Andando avanti si cominciano a intravedere somiglianze tra altri gruppi di lingue, come quello semito-camitiche (l’arabo, l’ebraico e il berbero), da un lato, e uraliche (l’estone, il finnico e l’ungherese) dall’altro. Alcuni studiosi ipotizzano che tutte le lingue estinte e parlate derivino da una o più delle grandi superfamiglie.



Vita e morte delle lingue

Una lingua si forma a causa di alcuni fattori:
  • l’occupazione iniziale di una regione disabitata da parte di una popolazione
  • la divergenza: le lingue si cambiano nel tempo e “si allontanano” tra loro
  • la convergenza: vi sono parole o forme grammaticali che tendono a passare da una lingua all’altra
  • la sostituzione di una lingua 
Oggi esistono almeno cinquemila lingue “vive”, però negli ultimi duecento anni il loro numero si è ridotto moltissimo. Agli inizi dell’Ottocento c’erano circa ventimila e questa non è stata una morte “naturale”. Dunque queste lingue scomparse sono state “uccise” dalle lingue dei colonizzatori o sono scomparse, perché sono anche scomparsi i popoli che parlavano tale lingua. Gli scienziati sono molto preoccupati, perché con la lingua sparisce anche la cultura dei diversi popoli.

La diversità delle culture

Le culture non sono statiche, fisse o definite. Sono invece dei complessi di idee e di comportamenti che mutano nel tempo. Le culture hanno la tendenza a resistere al cambiamento, però vengono influenzate dall’esterno e dall’interno. 
La diversità culturale è il frutto stesso delle nostre origini. La storia del genere umano è una storia fatta di separazioni, ma, sul lungo periodo, è sempre una storia fatta di incontri.

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